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mercoledì 17 agosto 2016

Nove volte per amore di Maurizio De Giovanni Recensione

Buon mercoledì! Ritorno a parlarvi di Maurizio De Giovanni con una delle sue ultime pubblicazioni per CentoAutori che ringrazio per la copia. Nove volte per amore è una raccolta di storie che partono dai casi di cronaca nera più famosi per raccontare poi di intrecci nuovi, nati direttamente dalla mente originale e misteriosa dell'autore. Una visione dell'amore sanguinaria e mortale per andare a scandagliare i lati più oscuri dell'animo umano.



Titolo: Nove volte per amore
Autore: Maurizio De Giovanni
Editore: CentoAutori
Genere: Racconti
Pagine: 165
Prezzo: 13,90
Uscita: Maggio 2016
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TRAMA


Nove casi di cronaca nera riletti dall'immaginazione e dalla penna di Maurizio de Giovanni. Nove indagini in cui colpevoli e innocenti, vittime e carnefici, danzano in un vortice di passioni e misteri. Maurizio de Giovanni apre così uno squarcio su scenari di delitti, bugie e segreti inconfessabili e lo fa alla sua maniera, con uno stile delicato ed efficace, capace di penetrare l'animo del lettore, per raccontare un'unica storia, quella di un'Italia criminale e dal cuore oscuro.


















Nove volte per amore è una raccolta di racconti dedicati ad una visione fantastica e immaginifica dell’amore nella sua eccezione più cruenta e crudele, una visione feroce ed assassina che prende spunto dai famosi casi di cronaca nera che tutti conosciamo molto bene.
Il titolo poetico ed ingannevole, potrebbe far pensare ad una serie di trame veloci e consistenti che vanno ad inneggiare e ad adorare l’amore in senso romantico ed edulcorato e invece non è assolutamente così.

Maurizio De Giovanni non si lancia in una dimostrazione tipica da clichè, ma dipinge anche il sentimento più bello e caldo della nostra esistenza, di sangue ma soprattutto di oscurità.
Partendo da casi che hanno bombardato le televisioni di questi anni, come quello di Melania Rea o di Yara Gambirasio o quello di Raffaele Stasi e ancora Erika e Omar, l’autore, con uno stile assolutamente personale, regala al lettore una serie di affreschi che pur partendo seguendo orme già conosciute, si sviluppano in modo totalmente autonomo, diventando, durante la lettura, delle storie interamente a sé e formalmente indipendenti dalla loro radice.

Nove volte per amore è una prova narrativa che mette in scena un linguaggio diretto e giornalistico, una volontà di usare la fantasia, di introdurre definizioni e nomignoli come la moglie del mostro o la principessa, per raccontare storie ad alto tasso descrittivo nelle quali la chiave di lettura deve essere una sola: la scoperta dell’oscurità che si nasconde dentro ciascuno di noi.
Si avvicinò spostandosi lungo il muro. La luce si era fatta strana, quell’ora bastarda tra giorno e notte che tradisce la vista e ti fa pensare di aver visto qualcuno dove invece c’è solo l’ombra. Lui era quell’ombra.
In questi racconti non emerge la voce dei sentimenti nella sua accezione più pura ed innocente, incantatrice o benedetta. Non avremo un amore miracoloso, né accondiscendente ma avremo vendetta, sangue, morte, buio e terrore. Insomma un sentimento sporco, deviato, malato, perverso. Molti si chiedono come può l’amore, che è il sentimento più alto per eccellenza, nutrirsi di tali inganni, tradimenti, sotterfugi. Come può l’amore andare a braccetto con la morte? Eppure l’autore, con la sua prontezza e la sua capacità di raccontare in modo naturale, spontaneo, quasi magico, gli angoli più bui della mente e del cuore umano, ci mostra come dentro ogni anima si nasconda una voglia assassina che può anche non essere controllata e allora generare mostri.

Insomma, chi di noi, non ha desiderato, almeno una volta nella vita, di fare del male a qualcuno? Impossibile che non sia mai accaduto. E’ proprio questo ciò di cui parla De Giovanni in questi racconti, ciò che tenta di spogliare in modo sornione e mai aggressivo ma usando sempre il suo tono quasi magico di avvolgere le parole intorno ai sensi di chi legge.

La capacità dell’autore si concentra ancora una volta nelle emozioni che riesce a raccontare, in quelle sfumature velate della vita e della morte che acquistano colori e sapori assolutamente personali e profondamente vivi, reali.
Io non so chi sia stato a fare questo. Non ne ho alcuna memoria. Pezzi del passato vengono a galla come in un pozzo buio, offrendomi il ricordo di emozioni in frammenti, fotogrammi singoli che non hanno senso, ma nulla che riguardi gli attimi che hanno preceduto la mia morte.
Le sue parole non sono mai sfrontate, conservano in sé la misura giusta per farsi seguire senza strattonare e il lettore si convince, ancora prima di saperlo, che la scrittura di De Giovanni è operosa, profonda, intima ma anche inquieta e alcune volte sinistra.

Nove volte per amore è una raccolta che consiglio a chi ama questo autore, a chi apprezza il suo stile mai scontato, struggente, malinconico, preciso, delicato ma anche rigoroso, vitale e mortale. A chi vuole ritrovare qualcosa di familiare nelle storie che legge e poi lasciarsi piacevolmente sorprendere dall’estro dello scrittore che riesce con originalità e bravura a tracciare un percorso narrativo assolutamente nuovo, pieno di mistero e meraviglia. Una visione dell’amore che non è quella più logica, né quella più amata, ma è, al contrario, una ricerca intrinseca, incentrata sull’interiorità dell’essere umano e sulla sua oscura e celata pazzia. Una pazzia d’amore.



martedì 11 ottobre 2016

La ragazza con lo zainetto di Niky Esposito Recensione + Intervista!

Buon martedì! La ragazza con lo zainetto dell'esordiente Nicky Esposito è un romanzo scorrevole che parla di amicizia, di amore e anche di una profonda e sentita ricerca di se stessi e del proprio posto nel mondo. La città in cui la storia è ambientata è Napoli e la protagonista è una ragazza che deve affrontare i suoi demoni interiori per raggiungere la felicità.



Titolo: La ragazza con lo zainetto
Autore: Niky Esposito
Editore: Selfpublishing
Genere: Romanzo 
Pagine: 98
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TRAMA


Antonella non è una ragazza come tante, è cresciuta da sola e troppo in fretta, fa due lavori e sembra aver preso il posto di sua madre troppo impegnata a mandare giù litri e litri di alcol. Un bel giorno la sua vita monotona viene sconvolta da un imprevisto, si ritrova per strada senza un posto dove andare, sembra salvarla Andrea, un caro amico d’infanzia. Sarà proprio quell’imprevisto e quell’amico a cambiare la sua vita drasticamente.















La ragazza con lo zainetto è un romanzo con un’impronta fresca e scorrevole. Una scrittura non priva di qualche errore ma ben congegnata, con affondi psicologici ed umani che portano all’evidenziazione di un contesto particolarmente reale, ambientato nella città di Napoli.

La protagonista, di nome Antonella, è una ragazza molto giovane che ha problemi nel rapporto con la madre a causa di una mancanza eccezionalmente importante e che si trascina dietro da molto tempo: l’assenza del padre di cui non conosce l’identità.

La sua vita non sembra andare per il meglio soprattutto quando decide di abbandonare tutto e di tentare una strada diversa, anche in solitudine, che possa condurla alla scoperta della sua vera essenza e del suo passato, ancora carico di mistero e di segreti da svelare.

Sul suo cammino una figura molto forte e determinante: Andrea. L’amico con cui è cresciuta e con il quale decide di andare a vivere pensando così di acquisire finalmente quel senso di libertà che possa permetterle di volare e di conquistare con dignità e consapevolezza il proprio posto nel mondo.

Ma non ha messo in conto l’attrazione ed il carattere intraprendente e positivo di Andrea che finiscono per metterla in confusione più del dovuto. Il ragazzo comincia a mostrare un interesse diverso da quello a cui lei era abituata, insomma, non più quello dell’amico, fratello e compagno ma quello che ti guarda con occhi certamente languidi, che sospira, e che sembra addirittura corteggiarti.
Per quanto tu possa conoscermi bene, non sai come sono da fidanzata. Sono sicura che, quando avrai visto quel lato di me, scapperai via a gambe levate.
Per Antonella inizia così, in modo semplice e naturale, un nuovo capitolo della sua esistenza che la vede avvicinarsi in modo totale ad Andrea, non solo a livello emotivo e sentimentale ma soprattutto a livello personale, di vita stessa. Infatti il fascino del ragazzo la avvolge in modo completo e determinante. Con lui si sente sorprendentemente protetta, al sicuro, amata. Amata, sì… anche se questa parola ad un certo punto le comincia a fare davvero paura. Andrea è pronto a dichiarare apertamente i suoi sentimenti ma lei non ci riesce in nessun modo, rischiando di mettere in serio pericolo quella relazione costruita con tanta fatica in mezzo ad un momento che sembrava una vera e propria tempesta.
In quell’istante mi ero condannata a morte, ero caduta nella trappola dell’amore, eppure mi ero ripromessa, di non innamorarmi di nessuno, sapevo che mia madre si era ridotta così per mio padre e non volevo fare la sua fine.
L’autrice, esordiente, alla sua prima pubblicazione, costruisce un personaggio a tutto tondo, fornendo al lettore i suoi pregi ed i suoi difetti. Per me che sono avvezza a certi tipi di sensazioni, è stato immediato percepire sin da subito che l’animo di Antonella non si sarebbe accontentato facilmente. La sua è un’indole inquieta, la nostra eroina è come una vagabonda, alla costante ricerca di qualcosa. 

In fondo, il suo pensiero principale è la conoscenza del padre, scoprire finalmente la sua identità per dare un senso reale alla sua esistenza. La figura di Andrea, che sembra così importante all’inizio, perderà lentamente di consistenza dopo però averla instradata su un sentiero alquanto pericoloso e rischioso: lo scambio della droga.
Ci baciammo: un bacio strano, né casto né fatto di foga profonda, uno di quei baci che sancisce un lungo arrivederci che sembra quasi un addio.
Lo stile dell’autrice è semplice, la narrazione non è complicata, il lettore riesce a seguire con disinvoltura ed interesse le vicende che si susseguono in modo coinvolgente l’una dietro l’altra, conducendo ad un epilogo finale davvero inaspettato. Il finale, infatti, per nulla scontato, colpisce e lascia il lettore soddisfatto della lettura anche laddove sembrava ormai tutto già stabilito.

Ma nulla è come appare e anche quando ad Antonella sembrerà di aver perso tutto, arriverà un incontro inaspettato che cambierà totalmente le carte in tavola.

Non sarà una vittoria, né una sconfitta, sarà semplicemente vita, quella vera, quella sentita, quella che le farà battere il cuore e sentire le vere emozioni palpitargli dentro, come ha sempre desiderato.
Eccola la mia vera Mamma, eccola la ragazza forte che era prima di entrare nel vortice dell’alcol, ecco da chi avevo preso... Le sue ultime parole mi ricordarono cos’era successo con Andrea, forse lui era proprio come Joseph: un vigliacco, stronzo e bastardo. Iniziai a chiedermi a che pro avevo scavato così a fondo se ora odiavo ancora di più mio padre, gli avevo solo affibbiato un nome e un corpo immaginato dai racconti di mia madre.
La ragazza con lo zainetto è un viaggio nella città di Napoli, ma è soprattutto un viaggio alla scoperta della propria identità, conoscenza di se stessi attraverso il rapporto con gli altri.
Ogni personaggio che la protagonista incontrerà sarà un mezzo per comprendere qualcosa di sé e soprattutto per mostrargli sempre più chiaramente qual è la sua strada, il suo posto nel mondo. 

Perché nonostante, spesso, molti di noi si sentano fuori luogo, stranieri, sperduti nel loro passaggio su questa terra, per ognuno di noi c’è un angolo in cui rifugiarsi, che è solo nostro, che ci appartiene, che ci permette di non avere più paura. Per arrivarci, non bisogna smettere di cercare, di camminare, a volte anche di correre, mai smettere di avere coraggio.






Salve Niky, grazie di aver accettato questa intervista e benvenuta!


Niky Esposito
1 - Cosa significa per te scrivere e quando hai iniziato seriamente a farlo?

Scrivere mi rilassa, ma soprattutto mi permette di evadere dalla vita di tutti i giorni, così da inventarne altre cento diverse. Seriamente non saprei, ancora ora non mi sembra una cosa seria, essendo all’inizio di una strada tutta in salita, ma direi che ho iniziato a farlo seriamente quando, quasi due anni fa, ho iniziato il mio progetto di self-publishing.


2 - Cosa rappresenta per te questo romanzo? Perché lo ha scritto?

Quando mi fanno questa domanda inizio dicendo che è un po’ come un figlio, visto che l’ho pubblicato come fosse un romanzo d’appendice in nove mesi. Il motivo che mi ha spinto a scriverlo è che le tematiche trattate, come la droga e lo spaccio, mi hanno toccata personalmente, ho perso qualche amico per entrambi i casi. Quindi speravo di trasmettere un messaggio ai ragazzi che si lanciano in quel mondo senza pensare alle conseguenze.

3 - Cambieresti qualcosa del tuo romanzo adesso che lo hai pubblicato? Ti sei pentita o sei soddisfatta del lavoro svolto?

Pensavo di essere pienamente soddisfatta fino a qualche mese fa, poi ho riflettuto e ho capito che avevo lasciato una cosa in sospeso. Quindi ne ho approfittato per ri-pubblicare ogni capitolo su wattpad e aggiungere un capitolo extra che uscirà 11.12.16.



4 – La ragazza con lo zainetto è una storia ambientata a Napoli, la mia stessa città. Affronta tematiche importanti come la droga, il rapporto con i genitori, l’amicizia e l’amore. A cosa ti sei ispirata per scriverla?

Come penso facciano anche altri scrittori, ho romanzato esperienze personali e storie sentite, poi da cosa nasce cosa e ad un certo punto non hai più bisogno di ispirazione, la fantasia vola da sola.


5 – L’amore ed il coraggio di vivere a fondo i propri sentimenti è il tema centrale. Cosa pensi dell’amore e della fiducia nella vita?

Oggi giorno purtroppo amore e fiducia spesso non combaciano, la mai generazione ha altri “valori”; infatti certe volte mi sento di essere nata nell’epoca sbagliata, visto che per me l’amore è dare e ricevere fiducia, ma soprattutto rispettare il proprio partner.


6 – Antonella e Andrea sono due personaggi molto realistici e ben definiti. Esistono nella realtà?

Chi ha letto il libro e mi conosce di persona, mi ha detto che Antonella ha qualcosa di mio, rileggendolo ho notato che sotto certi aspetti mi rispecchia parecchio, ma è stata una cosa inconscia, anche perché lei ha qualità che io vorrei avere, ma non ho.
Mentre Andrea è stato plasmato, appositamente, unendo insieme caratteristiche e comportamenti degli “stronzi belli e dannati” fin ora conosciuti e fatti di cronaca inerenti al “lavoro” che lui svolge.

7 - L’amicizia come l’amore è un aspetto fondamentale nel romanzo. Cosa pensi dell’amicizia nell’esistenza di un essere umano?

I miei genitori mi hanno sempre detto “L‘amore passa, gli amici restano”, quindi sono cresciuta con la convinzione che gli amici fossero persone sincere che non ti tradiscono come invece può fare un partner in amore. Crescendo invece, proprio come Antonella, ho conosciuto un lato amaro anche in questo. Avere degli amici è importante per ridere, divertirsi, confidarsi e avere qualcuno al proprio fianco nei momenti di bisogno; ma lo è ancor di più selezionarli e cercare qualcuno simile a noi, così da avere le stesse aspettative sul rapporto d’amicizia che si sta creando.


8 - Qual è il personaggio che ami di più del tuo romanzo e quello che proprio non sopporti?

Quello che più odio, dopo Andrea ovviamente, è Tania visto che preferisce sottomettersi per amore e mandare all’aria anni di amicizia. Mentre quello che amo è Fox, perché incarna un po’ l’uomo perfetto che comprende la parità dei sessi, fa da supereroe e al tempo stesso si lascia anche salvare.


9 - Se dovessi associare un odore ed un sapore al tuo romanzo, quali sarebbero?

Questa domanda mi ha messa un po’ in crisi, poi ho ripensato agli odori e ai sapori che descrivo nel libro e sono giunta ad una conclusione. Questo romanzo ha l’odore salmastro che si respira in riva la mare d’inverno, mentre il sapore è quello di un Maracuja, meglio conosciuto come il frutto della passione, perché ha una lato amaro e uno dolce.


10 – Chi è Niky Esposito nella vita di tutti i giorni?

Sono una studentessa universitaria, che lavora come donna delle pulizie e sogna in grande lavorando al suo progetto di self-publishing. Per anni sono stata la secchiona che nessuno considerava o si filava, ora invece, anche grazie al progetto, le persone hanno visto un altro lato di me e non sono più una “nemo”. Io sono quella che cammina per strada con le cuffiette, sorride quando piove, si commuove con i libri/film di Nicholas Sparks, si lascia sorprendere dai piccoli gesti ed è felice come una pasqua per le bolle di sapone.



11 – Quali sono i tuoi autori preferiti e i romanzi che ti hanno cambiato la vita?

I libri che mi hanno cambiato la vita sono “Girl in Stress” che toccava i temi fondamentali della pre-adolescenza, in seguito “Margherita dolce vita” mi ha fatto sentire meno “strana” rispetto ai miei amici del liceo, e infine penso “Cuore di cane” che mi ha dato conferma di quanto sia malato l’essere umano rispetto a quello che è un animale. Io non ho un genere predefinito per la lettura, spazio, tra: il fantasy che per me è dettato dalla Rowling, ho letto qualcosa di Bukowski, amo Stefano Benni, come citato nella domanda di prima anche Sparks mi fa emozionare, mi piacciono anche i classici della Austen e mi fanno impazzire il libri della linea Vertigo, che poi è quello a cui aspiro di arrivare.

12 – Perché i lettori dovrebbero leggere La ragazza con lo zainetto?

Perché potrebbero trovare in Antonella qualcosa che li tocca nel profondo, si possono far trasportare dalla strana storia d’amore e al tempo stesso imparare qualcosa che può essere utile a se stesso o perché no, ad aiutare un amico che sia in difficoltà.