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venerdì 8 maggio 2015

Intervista a Flavio Girardelli, autore di Io ritorno domani

Buongiorno cari lettori. Dopo aver recensito, qualche settimana fa, il romanzo di Flavio Girardelli, Io ritorno domani, eccomi a proporvi l’intervista!

Se volete leggere la recensione, cliccate qui.

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Salve Flavio, grazie per aver accettato questa intervista.



1 - Com’è nato l’amore per la scrittura e quando ha iniziato a dedicarsi seriamente ad essa?

Io ho iniziato circa all’età di vent’anni a dedicarmi alla scrittura. Un percorso partito dalla poesia, per arrivare alla musica scrivendo testi di canzoni e successivamente, alla stesura del mio primo romanzo.  Scrivevo sempre nei ritagli di tempo ma sempre sentendo la necessità di farlo. Devo ritenermi fortunato perchè ho sempre avuto grandi soddisfazioni sia dalla critica che dal pubblico, lettori.  Solamente con il mio primo romanzo “IO RITORNO DOMANI”, mi ci sono dedicato però in maniera professionale.  Potevo pubblicare con diverse case editrici avendo pareri positivi da queste ma per vari motivi, lo tenevano fermo e così, ho deciso di prendere in mano la situazione e stamparlo come scrittore indipendente, seguendo però una linea editoriale ben precisa, appoggiandomi a professionisti, dall’editing alla stampa e traduzioni. Inoltre sto seguendo un progetto anche dal punto di vista commerciale, usando l’esperienza acquisita in questi anni lavorativi nel settore vendite-marketing.

2 – Ci parli del suo romanzo.

La storia inizialmente è descrittiva sia dei personaggi che luoghi per avere ad un certo punto una svolta, un cambio di marcia e portare il lettore a un finale a sorpresa. Un romanzo che spero arrivi a toccare le corde emotive di chi lo legge, lo porti al suo interno per far vivere qualche momento di piacevole lettura, lo accompagni per mano fra le montagne, nella vita di una famiglia, a vivere fra le parole ed emozioni. La storia l’ho ambientata fra i luoghi che amo di più al mondo, cioè le montagne. Il tutto si svolge in prevalenza in Trentino ma va a toccare altre città come Trieste, Reggio Calabria e Padova.

3 – La storia racconta dell’amore per la famiglia e di tutte le sfumature che questo sentimento può assumere. Qual è il messaggio che i lettori dovrebbero cogliere?

La storia ha la caratteristica di poter appartenere a chiunque la legga. Il messaggio più evidente che voglio trasmettere e spero il lettore colga, è quello di far capire dove un uomo, un padre, può spingersi fisicamente e interiormente, grazie all’amore che prova per la propria famiglia, la propria moglie e figlie.

4 – Si è ispirato a qualcuno o a qualcosa in particolare per la stesura del suo romanzo?

Devo dire non ho avuto un’ispirazione particolare. La storia nasce da dentro senza avere un volto o riferirsi a qualche situazione particolare. Tutto è ruotato intorno al titolo“io ritorno ( passato) domani (futuro)”, dai personaggi allo stile agli eventi, al finale. Il titolo, un sogno, una visione. Queste tre cose hanno portato in poche settimane a ricamare parole e pensieri, la storia dall’inizio alla fine.

5 – Quale personaggio le ha creato maggiori difficoltà e quale ha amato di più?

Un personaggio che mi ha creato qualche difficoltà è stato la “lolita”. Volevo risultasse ambigua e sensuale, lei come la sua famiglia e tutta la situazione che la riguarda. I due personaggi che ho invece più amato, sono sicuramente Francesca e il nonno. Lei, una donna forte e decisa, femminile e sensuale, sempre con in mano il suo futuro anche quando questo cambierà perché sarà trascinato dalle sue emozioni, dall’amore. Poi adoro la figura del nonno, sembra una comparsa nella storia, ma invece c’è nei momenti che contano. Come lo sono i veri nonni.

6 – C’è stato un momento in cui hai pensato di abbandonare la scrittura?

Sinceramente non ne ho avuto mai motivo e spero non capiti mai.

 7 – C’è anche una forte presenza del dolore e della drammaticità degli eventi che sfociano in tragedia. Quanto conta, secondo lei, la speranza nella vita?

Io penso sia fondamentale, una delle radici della vita, dalle quali dobbiamo attingere energia per stringere fra le mani il nostro futuro.

8 – Ad oggi con la pubblicazione, si è pentito di qualcosa e vorrebbe cambiarla?

Mi piace confrontarmi con i lettori e in questi pochi mesi dall’uscita del romanzo, ho raccolto molti commenti, consigli e opinioni. Devo dire che la maggior parte di questi  sono stati di parere positivo. Anche al di sopra di ogni mia aspettativa. Non cambierei quanto ho deciso, sono contento delle scelte fatte anche se alle volte sono state difficili o sapevo potessero portare a qualche critica ed osservazione. Penso sia impossibile piacere a tutti e la presunzione di essere il migliore o aver scritto il più bel libro del mondo lo lascio ad altri.  Io sono contento che sia uscito un buon lavoro dal punto di vista editoriale, anche se un refuso o imperfezione tecnica so possono capitare. La cosa importante per me è l’essere riuscito a raccontare una storia che è veramente piaciuta, ha regalato qualche ora di lettura piacevole fra immagini di luoghi meravigliosi e di personaggi spesso risultati empatici,  una storia che è riuscita a sorprendere e soprattutto emozionare.


9 – Quando ha capito che fare lo scrittore era la sua strada?

Ho iniziato a camminare in questo sentiero, vedremo se diventerà una strada.

10 – Cosa significa per lei questo romanzo?

Significa molto dal punto di vista emotivo. Lo considero un figlio divenuto adulto, pronto ad innamorarsi del lettore che lo andrà a leggere sperando sia un amore corrisposto.

11- Quali sono gli autori dai quali trae ispirazione?

Francamente amo diversi autori ma non ne ho uno preferito. Amo molto il genere fantasy, psicologico e storico.

12 – Chi è Flavio Girardelli nella vita di tutti i giorni?

Sono una persona penso come tante altre, con la fortuna forse di avere un talento, un dono, quello di riuscire a scrivere qualcosa che arrivi ad emozionare.

13 – Scriverà ancora romanzi?

Si certo, le bozze del secondo sono pronte. Una storia completamente diversa sia nella trama, dialoghi, situazioni e finale.

14 – Se dovesse dedicare questo romanzo a qualcuno, a chi lo dedicherebbe?

Lo  dedico a chi mi vuole bene, chi me ne ha voluto, chi me ne vorrà...

2 commenti:

  1. È sempre molto interessante conoscere il percorso degli altri autori, quasi sempre scopro che la scrittura nasce da un bisogno interiore di esprimere se stessi. Mi ritrovo quasi sempre nella stessa emozione creativa. Giulia

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    1. E' vero, Giulia, anche io ho notato la stessa cosa.Tutto sottintende il bisogno di "buttare fuori" qualcosa, darlo al mondo, per ricevere in cambio, comunque vadano le cose, una sorta di soddisfazione, di appagamento, un modo per riaccordarsi con la realtà. Nel mio caso, la scrittura, l'immaginazione, la creazione mi riconcilia con il mondo. :)

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