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mercoledì 6 aprile 2016

Gli occhi neri di Susan di Julia Heaberlin Recensione

Buon mercoledì cari lettori! Grazie alla Newton Compton ho letto in anteprima questo romanzo in uscita il 31 Marzo. Gli occhi neri di Susan di Julia Heaberlin è un thriller molto bello, capace di catturare l’attenzione e di proporsi come una storia dove la paura, l’angoscia e la ricerca della verità sono al primo posto. Un thriller psicologico molto interessante che caratterizza un buon esordio per questa autrice, paragonata a Gillian Flynn.



Titolo: Gli occhi neri di Susan
Autore: Julia Heaberlin
Editore: Newton Compton
Pagine: 336
Genere: Thriller
Prezzo: 12,00 Ebook 2,99
Uscita: 31 Marzo 2016

TRAMA


Tessa Cartwright, sedici anni, viene ritrovata in un campo del Texas, sepolta da un mucchio di ossa, priva di memoria. La ragazza è sopravvissuta per miracolo a uno spietato serial killer che ha ucciso tutte le altre sue giovani vittime per poi lasciarle in una fossa comune su cui crescono delle margherite gialle. Grazie alla testimonianza di Tessa, però, il presunto colpevole finisce nel braccio della morte. A quasi vent’anni di distanza da quella terrificante esperienza, Tessa è diventata un’artista e una mamma single. Una fredda mattina di febbraio nota nel suo giardino, proprio davanti alla finestra della camera da letto, una margherita gialla, che sembra piantata di recente. Sconvolta da ciò che evoca quel fiore, Tessa si chiede come sia possibile che il suo torturatore, ancora in carcere in attesa di essere giustiziato, possa averle lasciato un indizio così esplicito. E se avesse fatto condannare un innocente? L’unico modo per scoprirlo è scavare nei suoi dolorosi ricordi e arrivare finalmente a mettere a fuoco le uniche immagini, nascoste per tanti anni nelle pieghe della memoria, che potranno riportare a galla la verità…


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Gli occhi neri di Susan è un thriller sofisticato ed inquietante, una di quelle letture che ti affascinano sin dalla copertina e che vorresti durassero in eterno. Sapete cose sono le Black Eyed Susan? Beh… guardate la cover e le vedrete. Sono le margherite gialle con l’occhio nero chiamate in questo modo in America. Adoro questo dettaglio come adoro questi fiori sin da piccola, dunque, come non potevo amare questa storia? 
L’immagine che vedete non è assolutamente casuale ma riprende ed incarna fedelmente il senso dell’intero romanzo. Tess, la protagonista, è l’unica sopravvissuta all’odio atroce di un serial killer che quando lei aveva sedici anni l’ha sotterrata in una buca, credendola morta, insieme alle ossa e ai resti di altre vittime. 
Mia madre mi ha ucciso. Mio padre mi ha mangiato. Mia sorella ha raccolto le mie ossa, le ha avvolte in un fazzoletto di seta e le ha deposte sotto il ginepro. 
Il suo corpo ancora vivo si ritrova in una fossa comune dove crescono margherite gialle. Ditemi quello che volete adesso… ma già questi elementi mi hanno fatto rabbrividire e mettere l’ansia e la curiosità giusta per iniziare a leggerlo. 
La narrazione procede suddividendosi in due tempi diversi. Conosciamo la storia di Tess sia quando era adolescente, nei momenti post rapimento e sia ora che è adulta, quando ha apparentemente superato la tragedia, diventando un artista e una mamma. 
I tempi, dunque, sono distaccati ma estremamente collegati perché solo attraverso il passato, possiamo arrivare a conoscere il presente. Ed è proprio il presente ad essere il vero problema. Tess non ricorda assolutamente nulla di ciò che ha vissuto eppure ha visto in faccia il serial killer e conosceva anche il nome delle vittime di cui sono rimaste solo ossa distrutte. Purtroppo la sua memoria non intende collaborare e al suo posto, la giovane donna, si è ritrovata un buco nero molto simile agli occhi delle margherite chiamate Susan. 
Nonostante la sua impossibilità di fornire informazioni sull’assassino, la polizia riesce a trovare il colpevole e mandarlo in galera. All’apparenza, dunque, la storia sembra essersi conclusa se non fosse per un piccolo particolare agghiacciante e terrificante. Tess trova una margherita gialla piantata nel giardino, proprio mentre il proprio aguzzino si trova in carcere. 
Cristo santo, sei tu quella ragazza, non è così? La Susan che viveva lassù? Non mi chiamo Susan. 
Da questo momento in poi la storia si sviluppa in un crescendo di emozioni, misteri e scoperte nei quali passato e presente si fondano e si confondono senza permettere al lettore di comprendere quale sia la verità. 
Tess si convince sempre di più che l’uomo accusato non sia il serial killer e tenta, insieme al suo avvocato e ad un’antropologa che studia le ossa, di scagionarlo tentando disperatamente di ricordare. 
Le altre Susan dagli occhi neri… mi parlano qualche volta. Quelle nella fossa. Non sempre. Niente di eccezionale, credo. 
Lo stile dell’autrice è oscuro e melodioso ma non pensate a qualcosa di fiabesco ma al contrario, immaginate l’inquietudine, il senso di disagio e di straniamento che una polverosa e distorta canzone può provocare nella vostra anima. Pensate per un attimo ad orfanotrofio abbandonato, ad una giostra ferma e all’oscurità che l’avvolge. All’improvviso quella giostra si muove senza che ci sia nessuno. Che sensazione provate? E’ la stessa emozione che vi lascia addosso questo romanzo e lo stile dell’autrice così gotico, macabro, tenebroso e conturbante. E’ qualcosa di poco chiaro, nascosto, celato e misterioso. Come un ritornello spezzato dal pianto, un volto rigato da lacrime nere, un fiume di parole macchiate di sangue.  
Questo romanzo è un thriller psicologico che non si basa sulla ricerca del serial killer da parte di un commissario ma bensì sulla mente della protagonista che deve combattere con i propri ricordi e le emozioni per arrivare alla verità. 
http://www.deviantart.com/art/Yellow-Flowers-II-205371140

Gli occhi neri di Susan è evocativo ed emblematico, è come un percorso angusto e senza via d’uscita. Una cella dalle mura alte e a volte, mentre leggi, hai la sensazione che l’angoscia provata, il disagio, il turbamento, siano entità fisiche, aggrappate a quelle pareti, le cui unghie raschiano le mura per arrampicarsi ed uscire. E tu hai nelle orecchie quel suono stridente che tanto ricorda gli incubi più nascosti e dimenticati nel tuo povero cuore.  
Oltre agli aspetti tipici del thriller, emergono riflessioni importanti come la pena di morte, gli abusi infantili, l’angoscia e il senso di colpa nel sapere che un innocente sta per essere giustiziato senza poter fare nulla, nonostante tutta la verità sia celata in quella memoria che non vuole sentire ragione. 
L’autrice, al suo esordio con questo romanzo, lo popola di sentimenti e di domande, senza però fornire necessariamente una risposta perché alla fine si ha come la sensazione che non abbia poi tanta importanza giungere alla fine, ma concentrarsi sul percorso e su ciò che lentamente e faticosamente si è scoperto. E’ proprio lì, in quelle righe di mezzo, che risiede l’aspetto più terribile della storia, la paura e persino l’orrore, l’ineluttabilità, la tristezza e lo sconcerto, in un romanzo surreale e crudele, in cui la voce della morte inquieta e addolcisce di terrore la memoria della protagonista in una cantilena fanciullesca e liberatoria che appartiene a quei fantasmi le cui ossa producono una eco di maledizione e contorsione. Pezzi senza più anima che però continuano a cantare. 
Margherite gialle, occhi neri, e il nome Susan che riverbera nell’aria in una notte che annerisce le anime e contempla vittoriosa i silenzi della morte.

8 commenti:

  1. Sono contenta che ti sia piaciuto, io lo sto leggendo ora.

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    1. Come ho scritto mi è piaciuto tutto, cover, titolo, trama e soprattutto il romanzo. Leggerò la tua recensione! ^^

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  2. Ancora... Sono tutti intriganti i libri che stai proponendo! Sono nei guai! Questo l'ho visto sabato alla Mondadori, la copertina vellutata èqualcosa di meraviglioso!

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    1. Bella, vero? L'ho vista anche io! Meravigliosa! Da comprare! <3

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  3. Bellissima recensione, Antonietta...
    Vorrei leggerlo un libro così, ma che una volta tanto la vittima sia, finalmente, una persona che la merita sul serio la sofferenza, tutta quella sofferenza che ti fa venire il voltastomaco!!!
    E questo teaser è... magia. <3

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    1. Grazie cara Federica. Il discorso sulle vittime è complicato, bisogna amare questo genere di storie, come thriller intendo, altrimenti si sta solo male. :-)

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  4. Che bella cover! Sembra un quadro...

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