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lunedì 18 luglio 2016

La valle delle bambole di Jacqueline Susann Recensione

Buon inizio settimana! Grazie alla Sonzogno ho letto La valle delle bambole di Jacqueline Susann, un romanzo simbolo che è ancora considerato il capostipite della cultura pop. Sesso e amore e sullo sfondo la meravigliosa New York!



Titolo: La valle delle bambole
Autore: Jacqueline Susann
Editore: Sonzogno
Genere: Romanzo
Pagine: 576
Prezzo: 19,00
Uscita:  2016
La Seconda guerra mondiale è finita da poco e - per chi è giovane e intraprendente come Anne, Neely e Jennifer - New York rappresenta il Grande Sogno. Le tre ragazze, che arrivano dalla provincia americana, approdano a Manhattan per cercare fortuna. E, a loro modo, la trovano: una recita nei musical di Broadway, un'altra lavora nella pubblicità, la terza riesce a sposare un attore-cantante famoso. Poco per volta, però, la buona sorte le abbandona. E allora, per tirare avanti, l'unica consolazione restano le "bambole" ovvero, nel gergo di quegli anni, le pasticche che servono a trovare un po' di pace o di eccitazione. Finché anche quelle non si trasformano in uno strumento di autodistruzione. Pubblicato nel 1966, La valle delle bambole di Jacqueline Susann fu uno dei più clamorosi casi editoriali della letteratura americana, arrivando a vendere nel mondo oltre 30 milioni di copie (come Via col vento). Al grande successo contribuiva l'aura scandalosa di una prosa che metteva in scena, con linguaggio schietto, storie d'amore e di sesso, ma che, soprattutto, intercettava i cambiamenti nei costumi di massa. L'autrice era un'esordiente non più giovanissima, eppure incantava poiché riusciva a toccare, con voce autentica e senza autocensure, i temi brucianti della vita delle donne: il piacere, il lavoro, l'amore, il matrimonio. Non è dunque strano che oggi figure influenti come Gloria Steinem e Lena Dunham abbiano incoronato il libro di Jacqueline Susann come un classico della cultura pop. Un classico che oggi, a cinquant'anni di distanza, ha ancora molto da dire.















La valle delle bambole è un romanzo pubblicato già nel 1966 che ebbe un successo strepitoso, dovuto essenzialmente alle critiche che raggiunsero l’autrice e che contribuirono a rendere questo libro una vera e propria icona per un’intera epoca e non solo. Ambientato dopo la Seconda Guerra Mondiale narra le vicende di tre giovani protagoniste che abbandonano le loro città di provincia per recarsi nella meravigliosa New York per coronare i propri sogni.
Ultimamente ho letto Cercando Grace Kelly di Michael Callahan che affronta un’impostazione molto simile per non dire identica, partendo da tre ragazze che lasciano i loro paesini natii per raggiungere la Grande Mela e cercare fortuna.
Indossava un sobrio abito di lino scuro, nessuna traccia di gioielli a parte un semplice orologino da polso,  ma c’era in lei qualcosa che dava la netta sensazione che non avesse bisogno di un impiego.
Di certo i due romanzi sono completamente diversi e mettendo da parte un inizio simile, dopo, la questione si diversifica in modo sostanziale. Prima di tutto bisogna considerare che l’opera della Susann è molto antecedente e tratta tematiche diverse e molto più approfondite. Aggiungete a questo, il fatto, assolutamente non trascurabile, che si tratta della scrittura di una donna che scrive di donne e lo fa in un modo prettamente femminile perché indirizzato a far luce su tutto il mondo di quelle che fino ad allora erano state considerate come alla stregua unica di mogli o di madri, con l’unico scopo di farsi una famiglia e di avere tanti figli.

Jacqueline Susann, con uno stile diretto, privo di giri di parole, crudo e aperto alla più totale espressione di ciò che si nasconde dietro le maschere sociali, mette in luce un mondo in cui le donne devono seguire i propri desideri e non le regole sociali. Ecco perché le sue protagoniste sono all’avanguardia ed entrano in un mondo, quello dello spettacolo, che gli rivelerà tutti i meccanismi perversi e amorali che si celano dietro il telone dell’apparenza.
Quando sei una diva del cinema, sei una diva di tutto il mondo.
Ma cosa sono le bambole del titolo? Le bambole o bamboline sono le pasticche che all’epoca i personaggi più importanti dello spettacolo assumevano per far fronte alla depressione e alle ansie che provocava la permanenza all’interno di quel contesto certamente fuorviante ed eccessivamente eccitante. Anne, Jennifer e Neely entrano in una realtà fatata e a tratti realmente incantata ma capace di ferire come fosse vera, perché poi è vera, a tutti gli effetti, nonostante si tratti di spettacolo, di recitazione e quindi di finzione.
Anne riesce a lavorare all’interno di un’agenzia che si occupa direttamente delle stelle dello spettacolo, Neely vuole recitare nei musical mentre Jennifer desidera solo trovare l’uomo della sua vita.
Voglio uscire da questa gara spietata. Voglio un uomo che mi ami… voglio un figlio. Non è troppo tardi. Prega perché io incontri l’uomo adatto, in modo da poter dire a Claude e a tutti gli altri di andare all’inferno.
Un romanzo che all’epoca ha fatto davvero scalpore e non c'è da sorprendersi se anche l’autrice voleva entrare nel mondo della recitazione che evidentemente aveva guardato molto bene da vicino tanto da permetterle di dedicarsi poi alla stesura di questo testo che è diventato il simbolo di un’intera cultura, quella pop.
Le tematiche affrontate sono di grande interesse storico e sociale, molto oltre una sterile curiosità. Il tema del matrimonio, dell’aborto, del lavoro per le donne, dei valori familiari, del sesso, che è un argomento assolutamente centrale, della malattia mentale e dell’adulterio. La solitudine e l’arrivismo sono altri due aspetti fondamentali perfettamente incastrati nelle vite delle tre donne che proseguono imperterrite nelle loro carrellate di lavoro e soprattutto d’amore. I sentimenti sono affrontati con profondità e realismo, nello stesso modo in cui la sensualità e le esperienze sessuali diventano una voce scarna e priva di mistificazioni di un mondo che sta certamente cambiando sotto gli occhi di tutti.  

Insomma una sfilza di idee, di rappresentazioni reali e senza peli sulla lingua di ciò che caratterizzava quegli anni, soprattutto attraverso una visione deliziosamente femminile che è però rivolta a tutti, soprattutto a tutte quelle persone che vogliono ancora guardare al passato e che provano interesse nello scoprire tutto ciò che ci ha preceduto e ci ha reso quello che siamo oggi. Niente dovrebbe mai andare perduto, e ci sono certi libri che non solo ti permettono di osservare e di capire anche ciò che non è più, ma ti aiutano a scoprire, in quello che hai oggi, ciò che è stato e che poi, alla fine, non se n’è mai andato.



8 commenti:

  1. Buondì genellina buon inizio settimana ^_^ una recensione col botto per questo lunedì! Dalla cover non avevo per niente inwuadrato il libro dire che la tua recensione ci voleva e' poco, come sempre non solo mi fai inquadrare i libri che recensisci, me li fai vivere letteralmente, grazie grazie come sempre ❤️❤️ E anche perchè nonostante il caldo non ci abbandoni! ^_^ un super abbraccioneeeee

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    1. Ciao Ely, grazie per le tue parole, sono felice che tu riesca a leggere i libri attraverso le mie parole, è una cosa bellissima! <3<3<3
      No, non vi abbandono... almeno non ancora! :****
      Ma penso che più avanti anche il mio blog andrà in pausa!
      Un abbraccio grandissimo <3<3<3

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  2. Titolo molto interessante, portato da una Sonzogno che, ultimamente, presenta un catalogo molto interessante. Anche a me ha ricordato subito l'altro romanzo da te recensito di recente - Cercando Grace Kelly - ma credo che l'argomento di per sè sia un po' un evergreen, che non stanchi mai le lettrici. Non me, in ogni caso:)

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    1. Ciao Virginia, anche io la penso come te riguardo gli ultimi libri pubblicati da Sonzogno. <3 La valle delle bambole credo potrebbe davvero piacerti! ^_^

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  3. Questo volume mi incuriosisce molto, inoltre non ho mai letto un "classico" della cultura pop. E' sicuramente un libro che racconta una particolare realtà, dalla trama mi ha un po ricordato Bukowski ... dimmi se mi sbaglio ;)

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    1. Ciao Erica, sì ricorda Bukowski ed è un romanzo davvero interessante sia per ambientazione che per i contenuti. A me ha incuriosito proprio l'argomento riguardante la cultura pop ed è stata una lettura davvero piacevole. :-)

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  4. La cover mi aveva incuriosito e la recensione mi ha quasi convinto! Spero di aver modo di leggerlo a breve :D

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    1. Sono felice che ti abbia incuriosito, è un bel libro, molto interessante da più punti di vista. Penso che se avrai modo di leggerlo, ti piacerà! ^__^

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