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giovedì 3 novembre 2016

A solo di Annalisa Pardi Recensione

Buongiorno cari lettori! Dopo aver letto e recensito ma soprattutto scoperto un'autrice di talento come Annalisa Pardi, con il suo Trio, oggi vi parlo del suo secondo romanzo, che si presenta come il prequel di quello precedente, dal titolo A solo. L'eleganza e la raffinatezza del suo stile abbracciano il lettore in una morsa fatta di passione e di musica.




Titolo: A solo
Autore: Annalisa Pardi
Editore: Leone
Genere: Romanzo
Pagine: 320
Prezzo: 12,90
Uscita:  Ottobre 2016

Londra, 1927. Albert Hall è un pianista di eccezionale talento, che ha sempre condotto una vita appartata. Durante un importante concerto, Hall intravede tra il pubblico John Boselli, un suo ex amante, e rimane sconvolto. Il concerto si rivela un disastro e la stampa lo stronca. Albert non si sente più in grado di suonare e nemmeno il suo agente e amico Edward Durham riesce a fargli cambiare idea. Per superare il blocco, Hall intraprende quindi un percorso di analisi psicoanalitica con il dottor Felix Alexis Schwert. Il pianista si ritroverà a ripercorrere la sua giovinezza, il rapporto segreto con Boselli e il matrimonio infelice con Eliza, tra frustrazioni, desideri proibiti e scarti improvvisi del destino.


A solo è il secondo romanzo scritto da Annalisa Pardi, di cui ho già letto Trio.
Albert Hall, uno dei tre protagonisti del primo romanzo, è il personaggio principale su cui si fonda la narrazione di quest’ultimo che lo vede alle prese con il percorso della sua vita negli anni precedenti a quelli raccontati in Trio.
Una figura che già era emersa con spessore e concretezza e che adesso diventa una vera e propria musica fatta di diniego e sofferenza.

Albert non è un uomo facile. Lo incontriamo nel momento in cui la sua carriera subisce un sussulto molto forte quando durante un suo concerto, avvista tra il pubblico John Boselli con la moglie. Chi è costui?

Tutta la narrazione è incentrata tra il presente ed il passato che si contrappongono e tra la confusione, la follia, l’imbarazzo e la rabbia dell’oggi contro i momenti di paura e di peccato vissuti in epoche ormai lontane quando nacque il legame con il giovane italiano.
Albert aprì la piccola busta e lesse il biglietto: anche questa volta sei stato così maledettamente Albert!
Albert affascina e irretisce. Il suo matrimonio con l’algida Elisa è ormai agli sgoccioli e la moglie lo abbandona accusandolo di pensare solo alla sua musica e al suo mistico pianoforte. L’uomo, dal canto suo, non ha mai amato veramente quella donna che nei primi anni lo aveva incuriosito e quasi incantato per la sua bellezza ed eleganza ma non lo aveva mai conquistato, non aveva perforato come un colpo di pistola o tagliato come un coltello affilato, le sue membra.
Si era sempre rifugiato nella musica, che gli era stata di confotro in tutte le più tristi circostanze. Ora che era la musica a deluderlo e intristirlo, non sapeva più dove cercare pace e consolazione.
Albert è bisessuale e lo scopre anni addietro quando ancora Elisa non esisteva, quando la sua vita ebbe modo di incrociarsi con quella di Boselli.
La narrazione procede tra le vicissitudini odierne che vedono Albert andare da uno psicologo e affrontare sedute difficili e stranianti per cercare di superare il blocco e l’avversione che lo hanno colpito a causa dei quali non vuole più suonare in pubblico. Ma anche il passato irrompe come una tempesta portando a galla tutti quei sentimenti sotterrati e nascosti che lo hanno reso l’uomo irascibile, all’apparenza freddo ed irraggiungibile che tutti conoscono.
Albert non accettava la mancanza di qualsiasi dote nel prossimo. Poteva sopportare chi aveva un’abilità diversa dalla sua, ma coloro che non ne avevano alcuna lo spazientivano.
Lo stile di Annalisa Pardi è ancora una volta una piacevole sorpresa. Rispetto al romanzo precedente, questo si chiude in un timoroso intimismo, nella vergogna, nel pianto e nell’irruenza di una vita, quella di Albert, che non trova via d’uscita, né una apparente e reale soddisfazione se non tra le braccia di quel misterioso amante.
A John piaceva la vita, piaceva ingozzarsi, piaceva mordere ogni piacere e pentirsi dopo essersi arreso.
I due si conoscono al Conservatorio e sarà proprio Boselli ad avvicinarsi per primo, instaurando all’inizio un semplice rapporto di amicizia e poi dopo conducendo l’ingenuo Albert su un sentiero di chiara ed incandescente perversione.

Per chi come me ha letto Trio, ha conosciuto dapprima un Albert molto diverso. Quasi un Dio dalle dita magiche, dotato di un eros pronunciato e languido, capace di mescolare arte e sensualità e di condurre nei meandri più oscuri della scoperta del piacere gli altri due protagonisti, dando vita ad un trio estremamente carnale e vivido.

Vederlo in questo romanzo è stato come scoprire lati di lui assolutamente sconosciuti. Infatti la sua rigidità e la sua sagacia, il suo sorriso impertinente e quel fascino insolente e silenzioso lasciano il posto ad una pacata innocenza e ad un forte desiderio di scoperta. Il diavolo è rappresentato da Boselli che lo condurrà alla piena consapevolezza di se stesso e della sua identità, un ruolo che poi lui stesso ricoprirà nel primo romanzo.
Era mostruoso. Nel conservatorio, in una stanza la cui porta non era stata chiusa a chiave, in un Paese e in un’epoca in cui i rapporti tra persone dello stesso sesso erano severamente puniti dalla legge, la gelida mano di Albert restava in quella calda e nervosa di John, e le loro labbra erano sempre più vicine. La tensione era quasi insostenibile. Era mostruoso.
Annalisa Pardi riesce con eleganza e raffinatezza a raccontare di argomenti che non sono facili e che potrebbero far nascere nel lettore i sentimenti più svariati, persino quelli negativi. Ma la sua è meticolosità, cura del dettaglio, introspezione psicologica e volontà di scavare a fondo nei suoi personaggi per portare a galla anche il segreto più nascosto. La sua è una lirica piena di evocazioni e di desideri che turbano, che sopravvivono nella loro ferocia e discrepanza e che non vogliono in alcun modo morire.

Il dolore e lo struggimento sono palpabili e rispetto a Trio, in questa storia c’è molta più sofferenza interiore vissuta ed incarnata da Albert che deve affrontare un percorso che lo porterà a raggiungere le radici del suo essere.

Ancora una volta Annalisa Pardi ci racconta dell’amore, una sua versione particolare e terribilmente intensa, dalla quale non riesci a scappare. Le sue parole lasciano scie di carezze e di morsi, evidenziando che non esiste amore senza passione e senza follia, ma soprattutto senza l’apice delle emozioni più forti come la rabbia, la gelosia, la violenza.

Un romanzo indomito, ribelle, disperato, perché ancora una volta i personaggi sono alla ricerca di un appagamento impossibile da raggiungere. Il desiderio è sempre lì ad affascinare, a trascinare, ad incastrare ma c’è anche la ragione, il dovere, lo spirito. Un contrasto devastante e disarmante portato avanti con una scrittura che sa di inquietudine e di oscurità senza mai perdere la sua raffinatezza e senza mai scadere nella banalità.

Distruzione e tormento, angoscia e pentimento, per un romanzo che consiglio per la sua complessità e la sua originalità. Una scrittura superiore capace di incantare e di conquistare, nel nome di qualcosa che non è sicuramente commerciale ma che è capace di regalarti passioni ed inganni, memorie e sogni spezzati. Sia Trio che A solo sono due romanzi che vi consiglio per abbandonare le letture piatte e ripetitive e sentire per un attimo addosso la poesia del dolore che insieme all’amore creano una musica divina.

6 commenti:

  1. Ciao Antonietta :-* Sei adorabile, hai già pubblicato la recensione di un libro che mi colpì prima di tutto per la copertina e il titolo, e poi per la trama *_*
    Adoro le storie con personaggi difficili, dalla psiche tormentata e davvero sono impaziente di leggerlo!
    La tua recensione come sempre è coinvolgente e appassionante e sono felice di avere sempre più conferma che ci piacciono le stesse letture ^_^
    Un abbraccio :-**

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    1. Ciao Maria! Beh che dire, ancora una volta viaggiamo sullo stesso binario. Questa è una storia tormentatissima con personaggi intricati e complicati. Lo è anche Trio, anzi lo è molto di più. <3
      Sono certa che ti piacerebbero entrambi. ^___^
      Grazie per le tue parole. :*
      Un abbraccio forte!

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  2. Ciao Antonietta, spinta dal mio amore viscerale per la musica e sì, anche dal titolo che mi è così caro e familiare, ho letto questa recensione che ti trascina via proprio come un pezzo di pianoforte che come sai io amo perdutamente. E, che dire... sebbene non abbia letto la storia, dalle tue parole, lo posso capire benissimo il protagonista, perché quando capisci che non sei veramente innamorato della persona con cui stai, finisce che fai dell'amore per la tua arte tutta la tua vita, non c'è niente da fare, è così anche nella vita reale, soprattutto quando l'arte ha quel potere sovrannaturale di darti tutto quello che, e mi dispiace dirlo, le persone non sono in grado di darti accusandoti poi di essere egoista visto che non fai che perderti nella tua arte. :**** <3<3<3

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    1. Cara Federica, le tue parole colgono nel segno perchè uno dei tanti messaggi del romanzo è proprio questo: l'arte e la solitudine che comporta ma soprattutto anche l'amore quando non è reale e quando invece lo è. Insomma, si mescola tutto: sentimenti, emozioni, passione, musica e pianoforte. Un romanzo a tutto tondo.
      Un abbraccio! <3<3<3

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  3. Gemellina buondì ❤️ Che bello inziare la giornata con una recensione profonda e con delle parole che toccano le corde dell'anima, veramente vibranti! Complimentissimi ❤️ Non so se avrò presto la possibilità di leggere questi libri ma li segno subito ^_^ un bacione!

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    1. Ciao dolce Ely, grazie! <3
      Spero che almeno uno dei due riuscirai a leggerlo perchè sono certa che le emozioni ti conquisteranno. ^__^
      Un abbraccio fortissimo! <3<3<3

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