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giovedì 22 febbraio 2018

✎ Recensione ➱ A Bordeaux c'è una grande piazza aperta di Hanne Orstavik

Buongiorno! Cari lettori, oggi vi parlo di un romanzo inviatomi gentilmente dalla CE, al titolo A Bordeaux c'è una grande piazza aperta, il primo romanzo della scrittrice nordica Hanne Orstavik arrivato in Italia. Come sapete, sono subito colpita dalle storie particolari e soprattutto dallo stile innovativo ed estremamente espressivo, come in questo caso, molto vicino ad una rappresentazione artistica. 

A bordeaux c'e una grande piazza aperta
di Hanne Orstavik

Editore: Ponte Delle Grazie
Pagine: 224
GENERE: Romanzo
Prezzo: 14,00 €
Formato: Cartaceo 
Data d'uscita: 2018
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Trama:
MI VUOI INCONTRARE Così incomincia questo romanzo, il primo a essere tradotto in italiano di Hanne Ørstavik, una delle voci più importanti della narrativa nordica contemporanea. È possibile incontrarsi? Incontrare l’altro, incontrare sé stessi, essere vicini, essere vivi, insieme? Con una prosa concreta ma sensuale, lirica e allo stesso tempo austera ed essenziale, Ørstavik indaga nelle pieghe più profonde e osc ure del desiderio, del corpo, della carne e dell’anima. Osserva con precisione appassionata ma implacabile i movimenti che ci fanno avvicinare agli altri e che ce ne allontanano, nel grande spazio aperto dell’esistenza. Un romanzo nuovo e luminoso, sull’amore, il desiderio, la nostalgia e il dolore.

RECENSIONE

A Bordeaux c’è una grande piazza aperta è un romanzo intenso, dal sapore carnale e viscerale, qualcosa che ha a che fare con la testa e con le ossa, con il cervello e con la pancia. L’autrice, con uno stile personale, ci immerge in una lunga lettera d’amore e di odio verso se stessa. È una donna che parla in prima persona, che racconta della sua vita, ed in particolare dell’amore verso un uomo, Johannes, conosciuto quasi per caso, attraverso l’iniziale scambio di messaggi. 

Un interesse nato perché lei ha letto cose che lui scrive e che ha scritto ed è stata fortemente attratta dal suo modo di vedere il mondo e di conciliarsi con la vita attraverso di esso. I due s’incontrano, anche se abitano in città diverse e iniziano una relazione molto strana che mette spesso in crisi la Ruth. Il flusso di coscienza attraverso cui emergono i pensieri ed i ricordi è molto forte, spesso confusionario, a tratti eccedente, ma sicuramente profondo e passionale, vitale nella sua esposizione.
Erano i miei sentimenti ad essere morti. Ma che sentire fosse così pericoloso. Questo non lo sapevo. Avevo sempre pensato di essere coraggiosa.
Lei è attratta da lui, si sente completamente persa senza di lui, assistiamo alle manifestazioni di quella sofferenza data da un’assenza che spesso non riesce nemmeno a colmarsi con il corpo perché Johannes poche volte fa l’amore con lei e altrettante poche volte sembra realmente interessato a ciò che lei è, e a cosa fa. 

Attraverso un uso del linguaggio esplosivo, fluido, ma privo di regole e di limiti, entriamo direttamente in contatto con l’anima al femminile, con i suoi desideri, le sue paure, le sue angosce ed è tutto un fluttuare di emozioni e di sensazioni che rendono la vita palpabile, elettrica, meravigliosa nella sua consistenza, nel bene e nel male.

Il rapporto con Johannes diventa la misura di tutte le cose. Ruth ha anche una bambina di nome Sofi che appare al margine di questa relazione che comprende tutto e che diventa il massimo e il minimo dell’esistenza. In base a come lui si comporta, dice o fa, lei si sente felice, triste, ambigua, confusa, morta.
Il rapporto con il suo corpo è fondamentale per comprendere l’evoluzione dei suoi pensieri e della sua coscienza. Prima di incontrarlo si sentiva più viva, vivace, predisposta verso gli uomini, al sesso, al desiderio, dopo di lui, invece, si sente più vecchia, meno incline alla scoperta e alla voglia di affondare nei piaceri indistinti della vita.

La piazza aperta di Bordeaux è il luogo in cui la nostra protagonista si ritrova grazie ad una mostra ed è quello lo spazio esterno che diventerà lo spazio della sua anima e della sua mente. Attraverso quella piazza misurerà i suoi sentimenti, i suoi reali desideri e soprattutto, i suoi bisogni, le vere necessità che le bruciano dentro e che non riesce a soddisfare con Johannes accanto.
Un viaggio intimo verso un’introspezione dolce, salata e spesso amara che ci mette a confronto con ciò che vogliamo veramente dalla vita, con quello di cui ci accontentiamo e per cui siamo davvero capaci di lottare.
La piazza aperta dove sono dondola, oscilla da un lato all’altro, si crepa, vedo che la piazza aperta è un posto nel mio corpo, un posto in me. 
L’autrice ha una prosa delicata ma anche struggente, c’è nostalgia, un forte senso di mancanza e il desiderio viscerale di colmare la distanza dall’altro. È la storia di un amore che appare impossibile e di altre piccole storie che si snodano al suo interno, è un linguaggio sincero, d’impatto che si esprime attraverso la bellezza dell’arte e se ne fa trasfigurazione a volte silenziosa, altre volte irruente ed intimidatoria. Il corpo è un mezzo per esprimere i pensieri che non sono mai taciuti, mai oppressi, anzi, ad essi viene dato libero sfogo con uno stile poetico e armonico.
C’è un’espressività potente che stupisce, lascia spesso interdetti e fa riflettere su come l’autrice riesca a mettere a nudo tutto senza però farti sentire spoglio.

Uno sguardo artistico che va oltre la pura e semplice narrazione, e che si accompagna ad una visione quasi magica di ciò che spesso è indicibile, come il dolore e la sofferenza, o la tragedia del desiderio quando lo si cerca di afferrare ma ci sfugge. Leggere questo romanzo è come essere avvolti da un grande abbraccio perché si va tanto in profondità da rimanerne sconcertati. Molto spesso, però, l’abbraccio non ti trasmette soltanto affetto, calore ma anche dolore e malinconia, e nonostante questo,  non puoi fare a meno di contraccambiare.



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