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mercoledì 19 luglio 2017

✎ Recensione ➱ La fine della solitudine di Benedict Wells

Buon mercoledì cari lettori! Grazie alla Salani, vi parlo di un romanzo malinconico e struggente, basato principalmente sulla memoria e sui ricordi. Un romanzo che parla soprattutto di famiglia, di affetti ma anche di contrasti e di delusioni. Un romanzo che parla di un'attesa senza tempo e di una fragilità dell'anima che ravviva le emozioni, colorandole di caldi colori autunnali...

La fine della solitudine
di Benedict Wells

Editore: Salani
Pagine: 332
GENERE: Romanzo
Prezzo: 15,90 € - 9,99 
Formato: Cartaceo - eBook
Data d'uscita: Giugno 2017
Link d'acquisto: ➜ QUI

Trama:
Jules sa di essere un custode di ricordi, come dice Alva, ma questa non è solo la sua storia. È la storia di tre fratelli, Jules, Liz e Marty, che da piccoli perdono i loro genitori in un incidente e sono costretti a vivere separati e senza famiglia, estranei l’uno all’altro. Marty si butterà a capofitto negli studi, Jules sfuggirà alla vita diventando un introverso mentre Liz si brucerà alla sua fiamma, vivendo senza limiti. La loro infanzia difficile sarà come un nemico invisibile, da cui impareranno a difendersi. Più di ogni altra, questa è la storia di Jules e Alva. Due solitudini che si incrociano, si cercano e si mancano, inquiete, per anni. Jules e Alva sono incapaci di riconoscere quel che provano l’uno per l’altra, legati come sono dal bisogno di amicizia, con il loro perdersi, ritrovarsi e salvarsi. Ma questa è soprattutto la storia di chi, come Jules, serba i propri ricordi insieme a tutte le alternative che non ha scelto, pur sfiorandole e sperimentandole attraverso la letteratura e la musica. Dalla voce di un giovane e già osannato talento della narrativa tedesca, un grande romanzo sulla magia della scrittura che salva dal male. Un libro che commuove e fa sorridere, senza retorica né sentimentalismi, scritto in una prosa coinvolgente come il racconto di un sopravvissuto, chiara come una lama che affonda con dolcezza nelle nostre paure, calda come l’immagine di una foto ritrovata dopo lungo tempo.

RECENSIONE

La fine della solitudine è un romanzo di cui ho percepito subito la malinconia e quel senso di nostalgia che mi è tanto caro e che mi attrae immediatamente verso questo genere di storie.

Una scrittura fluida, armata di parole e di emozioni, fatta di speranze e ingratitudini. Uno stile preciso, dettagliato, capace di andare a fondo nell’animo dei personaggi raccontati per tirare fuori il bello e il brutto dei loro cuori.

Jules è il vero protagonista ed è attraverso di lui che conosciamo la storia della sua famiglia, dei suoi genitori morti e dei suoi fratelli: Marty e Liz. Ma soprattutto conosciamo il suo amore per Alva, un sentimento che nasce quando sono ancora piccoli e che si evolve nel tempo, affrontando numerosi ostacoli, come la distanza e l’indifferenza e soprattutto quello più grande: Alva stessa.

Jules è un personaggio atipico, un ragazzo con un’indole chiusa, che vive dentro di sé un dissidio interiore che lo porta a non aprirsi mai davvero con nessuno, nemmeno con la sua amata sorella.
È quello che più degli altri ha la testa sulle spalle, rispetto ai due fratelli che crescendo, condurranno vite allo stremo e per certi versi molto strane.
Come una crepa che dilata, le mie paure crebbero. Iniziai a temere il buio, la morte, l’eternità.
Liz è alla costante ricerca di affetto, si comporta come se stesse sempre in una vetrina, pronta per l’esposizione e in ghingheri per essere comprata. Marty vive un’adolescenza precoce che lo porta su una strada piuttosto disastrata ma alla fine troverà il proprio cammino, creandosi un equilibrio.

Gli unici piuttosto malandati sono Jules e la sorella che non sembrano trovare, per motivi diversi, pace e tranquillità, soddisfazione, verità.
Alva sembrava usare il suo corpo come un’arma contro se stessa. E se uno sviluppava un sentimento, lei subito lo scacciava. Come se una parte di lei si fosse frantumata in mille schegge, che ferivano chi si avvicinava troppo.
Passiamo attraverso il tempo, lo spazio e viviamo le illusioni, le speranze, le scoperte e le sconfitte di Jules e di tutto il suo mondo. Un mondo in bianco e nero, opaco, che non riesce mai a brillare.
Leggendo, ho avuto la sensazione che a questo ragazzo mancasse proprio lo slancio vitale, lo stimolo esistenziale che gli permettesse di essere ciò che desidera davvero.

Le parole con le quali l’autore descrive i suoi pensieri, i suoi comportamenti, le sue scelte, sono permeate dalla nebbia, sono grigie, mancano costantemente di qualcosa.
Quel qualcosa si chiama ALVA.
Mentre il suo respiro si faceva più regolare e lento, la baciai sulla tempia e sussurrai: «Sono qui per te.»
Musica per le sue orecchie, colore per le sue foto in bianco e nero, passione e amore per la sua vita.
Ecco cos’è Alva per Jules: è l’inizio stesso di una vita vera.
Una storia di memorie, di famiglia, di figli e di rapporti fraterni, di solitudine, quanta dannata solitudine abbranca il cuore di queste pagine e di chi lo legge. 

Le atmosfere sono silenziose, vaghe, sono come sussurri che giungono da più parti e che rendono tangibili i sentimenti e le emozioni che la fanno da padrona.
È un romanzo interiore, scava dentro i protagonisti e porta alla luce tutti i loro demoni e le loro irrazionalità.
Mai avuto il coraggio di conquistarla, sempre e soltanto la paura di perderla.
È una storia dai colori autunnali, fatta di vento e di ricordi. È qualcosa di lontano e di apparentemente irraggiungibile che richiama il fondo dell’anima. Ad essere onesta, mi aspettavo qualcosina in più, qualcosa di più disarmante, tragico, che mi scuotesse dall'interno. La lettura, invece, mi ha coinvolta ma non mi ha segnata, facendomi perdutamente innamorare. Peccato, perchè le basi c'erano tutte.

Ad un certo punto ho perso le speranze per Jules, e mi sono detta che non sarebbe mai stato felice e invece l’autore ci regala un piccolo sogno che si realizza e che mette in moto un percorso esistenziale che finalmente Alva e Jules possono condividere ma non sto qui a dirvi a che prezzo.
Perché ci sarà un prezzo molto alto da pagare, un prezzo prima e dopo, per la verità.
Un prezzo che in ogni caso non riuscirà a cancellare il loro legame che nato in un tempo lontano, non si è mai spezzato, attendendo soltanto il momento di essere vissuto e soprattutto rispettato.


6 commenti:

  1. Partirei dall'idea che non conoscevo questo libro e che è il titolo mi ha attirata verso la tua recensione. Ha un titolo magnetico e non mi sembra nemmeno malissimo, anche se forse non il massimo :)

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    1. Il titolo è davvero molto bello ed ha attratto anche me, come dicevo, viste le premesse, mi aspettavo qualcosa in più ma è sempre una mia opinione soggettiva, magari a te piace da morire. Dipende, ed è questo il bello. <3

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  2. Ciao:)
    Il titolo mi aveva attirata subito e anche la tua recensione - bellissima - ha messo in luce aspetti molto interessanti. Peccato non ti abbia colpita del tutto!
    Sai che, da come ne hai parlato, mi ha fatto venire in mente Proibito della Suzuma? Credi che il paragone possa reggere?

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    1. Ciao Virginia! <3
      Il romanzo potrebbe piacerti però non è un rapporto proibito come quello della Suzuma, perchè qui non si tratta di fratello e sorella ma di amici sin da piccoli. Sicuramente c'è un ostacolo ma non dipende da qualcosa di proibito ma bensì da una sorta di paura di Alva.
      Se lo leggerai capirai perchè! Un abbraccio.

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  3. Ciao Antonietta, i romanzi nostalgici e malinconici attraggono sempre molto anche me. La tua recensione è struggente, peccato però che la storia non ti abbia segnato come avresti voluto. A me ricorda molto La solitudine dei numeri primi, già dal titolo, e anche la trama presenta dei punti in comune. Vorrei leggere questo libro proprio per soddisfare questa mia curiosità :)
    Un bacione grande :-**

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    1. Ciao Maria! Sapevo che ci avrebbero colpito le stesse cose, per questo te lo consiglio sicuramente, anche perchè a te potrebbe fare un'impressione diversa e magari lasciare un segno. A me non è successo, ci speravo in qualcosa di più.
      Un abbraccio! :***

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