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giovedì 30 marzo 2017

La figlia femmina di Anna G. Dato Recensione

Buon giovedì! Grazie ad un omaggio della Fazi, vi racconto la mia opinione su un romanzo che ha colpito per la sua trama e per lo stile dell'autrice. La figlia femmina è certamente un romanzo che non lascia indifferenti!

La figlia femmina
di Anna G. Dato

Editore: Fazi
Pagine: 191
GENERE: Romanzo
Prezzo: 16,00 € - 6,99 
Formato: Cartaceo - eBook
Data d'uscita: Febbraio 2017
Link d'acquisto: QUI

Trama:
Ambientato tra Rabat e Roma, il libro racconta una perturbante storia familiare, in cui il rapporto tra Giorgio e sua figlia Maria nasconde un segreto inconfessabile. A narrare tutto in prima persona è però la moglie e madre Silvia, innamorata di Giorgio e incapace di riconoscere la malattia di cui l’uomo soffre. Mentre osserviamo Maria non prendere sonno la notte, rinunciare alla scuola e alle amicizie, rivoltarsi continuamente contro la madre, crescere dentro un’atmosfera di dolore e sospetto, scopriamo man mano la sottile trama psicologica della vicenda e comprendiamo la colpevole incapacità degli adulti di difendere le fragilità e le debolezze dei propri figli. Quando, dopo la morte misteriosa di Giorgio, madre e figlia si trasferiscono a Roma, Silvia si innamora di un altro uomo, Antonio. Il pranzo organizzato dalla donna per far conoscere il nuovo compagno a sua figlia risveglierà antichi drammi. Maria è davvero innocente, è veramente la vittima del rapporto con suo padre? Allora perché prova a sedurre per tutto il pomeriggio Antonio sotto gli occhi annichiliti della madre? E la stessa Silvia era davvero ignara di quello che Giorgio imponeva a sua figlia? La figlia femmina mette in discussione ogni nostra certezza: le vittime sono al contempo carnefici, gli innocenti sono pure colpevoli. È un romanzo forte, che tiene il lettore incollato alla pagina, proprio in virtù di quell’abilità psicologica che ci rivela un’autrice tanto giovane quanto perfettamente consapevole del suo talento letterario.

RECENSIONE

La figlia femmina è una di quelle storie che ti lasciano sorpreso e al contempo esterrefatto, a bocca aperta. Una vicenda così particolare che riesce a mettere insieme un’infinità di emozioni e sensazioni umane da renderti non solo un semplice spettatore ma un vero e proprio elemento consistente della trama per il semplice motivo che non riesci a restarne fuori, non riesci a farti scivolare via dalla pelle tutto come se fosse qualcosa di semplice e di lontano.

Anche se la storia di Maria e della sua famiglia è ben definita e caratterizzata da una serie di elementi che la rendono chiaramente definibile e pertanto criticabile o meno, anche se non riguarda direttamente ciascuno di noi, nonostante questo, la bravura dell’autrice sta proprio nell’essere riuscita a creare una narrazione che ti coinvolge al di là dei temi trattati proprio per la grande umanità, per la miseria, per l’ingiustizia, per gli oltraggi e per la malinconia che aleggiano all’interno del romanzo e che non smettono mai di accarezzarti.
Ora mi dico: posso mai pensare così male della mia bambina?
Purtroppo non sono soltanto carezze, il più delle volte sono veri e propri schiaffi perché si assistono a scene raccapriccianti, che fanno venire i brividi e che non dovrebbero esistere soprattutto in una famiglia.

La figlia femmina racconta dell’amore malato e delle violenze subite da parte del padre Giorgio a discapito di Maria quando era una bambina. Lei che lo adorava, per lei che quell’uomo era un eroe, un cavaliere, e che la tradisce nel peggiore dei modi, ora e per sempre.

La madre Silvia che si accorge di queste violenze regresse e torbide solo quando decide di portare a casa il nuovo compagno, Antonio e di presentarlo alla figlia.

E’ da questo momento in poi che la situazione precipita, portandosi con sé anche quel poco di equilibrio che sembrava esserci in quella famiglia.

Maria inizia un gioco fatto di movenze e di ammiccamenti, tutto basato sulla sensualità e sull’intrigo che mirano a far cadere ai suoi piedi Antonio, tutto questo sotto gli occhi sconvolti della madre.
Lo sguardo languido sembra invitare lo spettatore a godere, gli occhi vogliono apparire ingenui, candidamente inoffensivi, ma è come se un pensiero sporco balenasse per pochi istanti sul suo viso.
Lo stile dell’autrice è lodevole. Una scrittura fluida, sconcertante, maestra nell’esporre i pensieri e le azioni anche più barbare che vanno a estirpare il male per portarlo alla luce.

Un male che continua a sopraffare le anime dei personaggi. Una madre che è cieca fino all’inverosimile, un padre che non ha alcuna scusante, un nuovo compagno che non fa altro che mostrare la debolezza del proprio istinto e una bambina perduta, distrutta, oltraggiata e offesa che adesso, da adolescente, mostra la propria irrisoria natura nell’unico modo che conosce.

Il titolo è molto eloquente e riflette alla perfezione l’aria che si respira nel romanzo. Un’aria sporca, sbagliata, che traballa, un momento che viene vissuto come se stesse per distruggersi da un attimo ad un altro perché ogni gesto, ogni frase, ogni sguardo sembra aprire una nuova voragine sull’abisso.
«Tu non mi crederesti mai.» «A cosa non dovrei credere, Maria?» «Che io sono un diavolo.»
Un abisso che attende tutti, ogni singolo protagonista anche se l’autrice ci mostra come non esista un inferno dopo la morte, ma esiste in terra ed è proprio adesso.
Quello che si riflette nell’incapacità di vedere e di capire di Silvia e nella perdizione di Maria.

Madre e figlia che sembrano due estranee, che ci conducono in un modo anche molto forte, potente, disarmante, crudele e feroce, nella loro intimità ferita e abusata. Due mondi che si scontrano e dai quali non escono vincitori, semplicemente perché non esistono premi.
Quando si perde l’anima, cosa resta?


4 commenti:

  1. Non appena ho visto che avevi recensito questo romanzo, ho esultato. Perchè, con il tuo talento e con questa trama torbida, ero sicura che avresti scritto qualcosa di assolutamente irresistibile. E infatti...
    Non ho letto il romanzo ma l'ho visto in giro parecchio. Una trama intrigante ma disturbante, una vicenda di quelle che, sicuramente, ti prende allo stomaco. E per questo avevo, infine, scartato questo titolo. Con la tua recensione me ne hai fatto pentire.
    Un abbraccio:-*

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    1. Ciao Virginia! Sono sempre felice quando le mie recensioni riescono a colpirti. Io sono stata intrigata subito da questa storia, perchè comunque le trame complicate, oscure, dilanianti, mi attirano sempre. Qui l'argomento è molto spinoso ed è anche decisamente forte.
      Proprio in questi giorni è giunta notizia che questo romanzo è stato candidato al Premio Strega.
      Nonostante la trama disturbante, credo vada letto per com'è scritto e per quello che riesce a trasmetterti nel bene e nel male.
      Un abbraccio forte! :*

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  2. Ciao Antonietta :-* Ho terminato di leggere questo romanzo proprio ieri e non potevi scrivere recensione più bella! Per la mia invece sto aspettando un altro po' prima di scriverla perché sono ancora un po' frastornata. Infatti, questa storia ha lasciato a bocca aperta anche me. Ho provato tante sensazioni: rabbia, disgusto per un padre ignobile, pena per una madre debole e cieca e tenerezza per Maria tredicenne, la cui anima è ormai in balia delle onde, incapace di provare emozioni e di essere di nuovo felice, se lo è mai stata. O di essere una ragazza normale. A volte, però, Maria mi ha anche infastidita, soprattutto con l'atteggiamento nei confronti di Antonio, ma il finale mi ha fatto capire il perché dei suoi gesti.
    E' indubbiamente un romanzo forte e che non lascia indifferenti, come hai scritto anche tu, ma sono contenta di averlo letto perché mi ha suscitato tantissime emozioni, non lo scorderò facilmente.
    Anche la tua recensione mi ha emozionato, sempre brava sei :-****

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    1. Ciao Maria! Mi trovi perfettamente d'accordo con te. Anche io ho provato le stesse tue emozioni nei confronti dei personaggi e soprattutto di Maria che è sicuramente da capire. In alcuni momenti anche a me Maria ha dato molto fastidio, ed è normale secondo me perchè i suoi atteggiamenti non sono certamente condivisibili ma tant'è che hanno certamente le loro ragioni.
      Credo sia bello quando un romanzo ti lascia frastornata e ci vuole un po' di tempo per fare la recensione perchè vuol dire che ti ha colpito moltissimo.
      Attenderò con ansia di leggere la tua recensione, non vedo l'ora! <3
      Un abbraccio forte! :****

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