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lunedì 23 ottobre 2017

✎ Recensione + Intervista ➱ Le mie cose preferite di A.B. Ratti

Buongiorno cari lettori! Oggi vi parlo di Le mie cose preferite di A.B. Ratti, un romanzo che riesce a mescolare molto bene l'amore per la cucina e una rappresentazione molto realistica degli odori e dei sapori del mondo culinario che ti conquistano, insieme ad una bollente storia d'amore... tra una donna e due uomini!

Le mie cose preferite
di A. B. Ratti

Editore: Harlequin Mondadori
Pagine: 320
GENERE: Erotico
Prezzo: 6,99 
Formato: Cartaceo
Data d'uscita: Luglio 2017
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Trama:
Irene ha 27 anni, è una promettente pediatra, ha un olfatto sovrasviluppato, una chioma ribelle e nella testa due sole certezze: l'amore per il jazz e la buona cucina. Per il resto la sua vita è un gran disastro: ritardataria cronica, indecisa patologica, rinchiusa da anni in una relazione che non la soddisfa. Finché l'incontro con Lorenzo la travolge in un turbine di sensazioni fisiche e mentali sconosciute e impetuose. Irene, investita da nuova energia, trova il coraggio di rimettersi in gioco. Inaspettatamente, però, ricompare anche l'amico di sempre: Andrea, bello come il sole, disordinato, caotico, batterista innamorato della vita e cacciatore incallito di avventure "mordi e fuggi". Irene, per non cadere preda del suo fascino, da tempo lo tiene a debita distanza; ma Andrea entra a gamba tesa nel suo risveglio sensoriale e la giovane piomba nel caos. Lorenzo con la sua eleganza indefinita e il suo fascino misterioso o Andrea, amico sincero e sexy, con cui condivide da sempre la passione per il jazz? In un susseguirsi di virate improvvise e scelte inconsuete si compirà, fino all'ultimo colpo di scena, la crescita di Irene. E per la prima volta saranno solo certezze.

RECENSIONE

Le mie cose preferite è un romanzo pieno di sapori e di odori. La copertina riflette molto bene l’atmosfera sognante che si relazione alla cucina e a tutto ciò che concerne questo mondo meraviglioso che incarna l’olfatto e il gusto di ciascuno di noi.
Anche chi non ama cucinare, ama mangiare certamente, e in questa storia troverà pane per i suoi denti, soprattutto perché l’amore per il cibo si accompagna alla sensualità e alla passione dell’innamoramento e della fusione sessuale.

Irene è la protagonista, una donna che sta per diventare pediatra e che oltre alla passione per la cucina, vive per gli amici e per il jazz. La sua vita non sembra progredire esattamente come lei desidera, in quanto sin dalle prime pagine, scopriamo un personaggio dal carattere altalenante, come se non fosse mai completamente convinta di qualcosa, parecchio confusa e soprattutto alla ricerca costante di un equilibrio.
Insomma, Irene non è la rappresentazione di una donna forte e determinata, ma di una persona ancora in cerca di se stessa e soprattutto non ancora consapevole di ciò che realmente può renderla felice.
Cosa vuole esattamente?
Sono devastata, perchè improvvisamente, che mi piaccia o no, sono attratta da due uomini. Semplicemente. Inevitabilmente. Penosamente.
Questa è la domanda fondamentale di tutto il libro che diventa quasi ossessiva nel momento in cui compare sulla scena Lorenzo, uno dei due protagonisti maschili. Irene lo conosce perché è un paziente del suo ospedale ma in realtà l’uomo è un ricercatore di Storia, serio e determinato e carico di una sensualità inaspettata.

Il suo charme, la sua eleganza, quel senso di raffinatezza che spicca in modo molto evidente, lo rendono un uomo sofisticato che avvolge la protagonista in un’atmosfera fatta di attrazione, di avventura e di mistero.
Irene ne è subito soggiogata ma è davvero quello che vuole?
Forse no, perché paradossalmente, più si sente vicina a Lorenzo, più riconosce dentro di sé, un inaspettato legame con Andrea, amico di vecchia data, la sua prima amicizia all’università, medico come lei, e musicista in un gruppo jazz. Ciò significa che con lui Irene ha sempre condiviso le sue passioni coadiuvate da un profondo senso di amicizia.
Ma è solo amicizia?

Aggiungete che Andrea è un playboy incallito ed è sempre circondato da tante ragazze. Per Irene, dunque, rappresenta una vera e propria sfida, fatta di gelosia, di rabbia e di senso di possessione.
Già la nostra protagonista non era un modello di decisione e di determinazione, immaginate adesso, quando si trova ad affrontare due uomini che le piacciono e che a loro modo, la fanno impazzire entrambi.
C’è solo il cuore che batte adesso. E il sangue nel cuore che scotta.
Chi sceglierà il suo cuore?
L’avventura, il mistero e la passione di Lorenzo o l’affetto di sempre, la condivisione e l’incastro che ha sempre condiviso con il suo vecchio amico?

Lo stile dell’autrice è scorrevole, molto descrittivo e pienamente in grado di esplorare oltre alle descrizioni puramente narrative anche quelle legate alla sfera dei sensi che rendono alcune scene raccontate estremamente realistiche, piene di odori e di sapori.

Le mie cose preferite è un romanzo piacevole, perfettamente inserito in quel tipo di letture che ti alleggeriscono la giornata, che ti fanno sorridere ed estraniare dalla vita quotidiana. Una lettura che consiglio agli amanti di questo genere e a chi voglia approcciarsi a qualcosa di godibile e di ben scritto.


INTERVISTA


Salve Alba, grazie di aver accettato questa intervista e benvenuta!


1 - Cosa significa per lei scrivere e quando ha iniziato seriamente a farlo?

Scrivo da sempre, da quando ero bambina. In prevalenza poesie, qualche volta racconti, ogni tanto brevi articoli e saggi scientifici. Poi, improvvisamente un romanzo: “Le Mie Cose Preferite”, unicogenito per adesso.  
Scrivere è un’esigenza, un impulso irrefrenabile. La scrittura è una specie di catalizzatore che mi permette di convogliare la mia energia vitale in un contenitore definito, un punto infinitesimale dell’universo da cui si può attingere Emozione allo stato puro.
I mio incontro con la letto-scrittura è avvenuto per caso, un giorno d’estate, a Salerno, la mia città natale. Avevo otto anni. Mio nonno gestiva una Cartiera, come la chiamavano tutti in famiglia,  un’azienda che si occupava di raccogliere e riciclare carta e cartone.  I libri vecchi arrivavano a ondate scomposte, ogni volta più abbondanti. Un pomeriggio,  girovagando per la grande sala dove le presse meccaniche schiacciavano la carta e la compattavano in mostruosi cubi da un quintale, mi venne voglia di risalire la piccola collina di libri che gli operai avevano appena scaricato davanti all’ingresso.  Trovai il terzo volume di una vecchia enciclopedia datata, “Conoscere” si chiamava. Cominciai a sfogliarla e ne fui completamente rapita. Sarà stato per i disegni, le immagini a colori, il profumo della carta umida, o forse per quel briciolo di inspiegabile, repentina, imprevedibile infatuazione che solo  i bambini padroneggiano così bene. Fatto sta che in quattro e quattr’otto mi balenò il pensiero cavalleresco di sottrarre all’infame destino del macero quanti più libri avessi potuto.
Mio nonno probabilmente pensò che avessi preso un colpo di calore, forse per questo non mi ostacolò in nessun modo. Morale della favola, per le settimane successive mi portai a casa due diverse edizioni di Alice nel paese delle meraviglie,   L’amico ritrovato, Lampo il cane viaggiatore, e decine di altri libri per ragazzi. 
Francamente non so che fine abbiano fatto. Degli anni successivi ricordo poco o nulla. Quel giorno d’estate però mi è rimasto dentro come un marchio della memoria. Con lui  anche l’amore per la carta stampata. Prima di essere una scrittrice infatti  sono stata (e sono ancora) un’accanitissima lettrice! 

2 - Cosa rappresenta per lei questo romanzo? Perché lo ha scritto?

Questo romanzo è nato all’improvviso, senza premeditazione. E’ probabile che inconsapevolmente lo avessi dentro già da tempo, ma la decisione cosciente di mettere nero su bianco la storia di Irene, la mia protagonista, è andata materializzandosi lentamente. Quando ho iniziato a scrivere non sapevo di cosa avrei parlato, non avevo in mente nessuno schema, tanto che alcuni personaggi sono nati a metà dell’opera, frutto di decisioni repentine, scaturite dalla necessità di calare il mio personaggio nella quotidianità.  
Credo di aver scritto Le Mie Cose Preferite per dar voce a tutti quei sentimenti e quei pensieri ricorrenti che fanno parte integrante dell’immaginario collettivo delle giovani donne: l’amore, l’amicizia, l’incertezza, l’illusione, la disillusione, il sogno…
Non avevo in mente una morale, un insegnamento, avevo solo voglia di mettere a nudo la ricchezza emotiva del mondo femminile, in tutte le sue sfaccettature, anche quelle più realistiche e amare. 


3 – Ci racconti i tempi della stesura, le difficoltà, se ha mai pensato di abbandonarlo oppure qualche chicca interessante e ancora segreta.

Dato che, come ho già sottolineato, questo romanzo è nato senza una rotta, né tantomeno l’idea vaga di un approdo, la storia è andata vagabondando tra pensieri, chiacchiere e consigli per lunghi mesi. Col passare del tempo si è trasformato in un vero e proprio romanzo d’appendice, destinato ad essere letto, pezzetto dopo pezzetto, da tutte le mie amiche e colleghe, alle quali deve molto della sua natura squisitamente femminile. La difficoltà principale è stata raccogliere le idee e le percezioni soggettive delle lettrici e convogliarle in un unico definitivo filo conduttore. Non parliamo della scelta della casa editrice…


4 – Qual è il personaggio che ama di più del suo romanzo e quello che proprio non sopporta?

Quello che amo di più è Irene, perché incarna, a mio parere, un sentimento che sta dilagando sempre di più nella nostra epoca: l’incertezza.
Non solo in termini affettivi, emotivi e/o strettamente sentimentali.
Irene rappresenta un certo tipo di giovane donna, che nonostante abbia in mano carte vincenti e qualità da vendere, resta sempre ai margini dei propri sogni, senza essere in grado di aprirsi un varco nella paura e correre ad afferrarli. 
Quello che non sopporto proprio è Giulio, perché è il tipico narcisista dei tempi moderni! 

5 – Di che colore è il suo romanzo e se dovesse associarlo ad un odore, quale sarebbe?

Il colore?
Blu.
 Assoluto, inconfondibile, malinconico blu. Il blu di Kind of Blue.
“Il blu delle mie note preferite”… cit.
Per quanto riguarda i sapori direi che Cioccolato e Muschio Bianco sono elementi identificativi dei due personaggi maschili,  costituiscono i profumi-guida dell’intera storia, ma anche Zenzero, Felci, Mela, Cannella e Vaniglia non scherzano! Il romanzo è permeato di stimolazioni e indizi sensoriali, olfattivi e non. 

6 –Quali emozioni prova mentre scrive?

Mi sento libera, ed eccitata e ho la vivida sensazione di avere l’infinito tra le mani. 


7 – Chi è Alba nella vita di tutti i giorni?

Nel mondo reale sono un medico, un Neuropsichiatra Infantile. E una madre. E una pittrice. E una poetessa. E una cuoca di discreta bravura (così dicono…). E una climber (non professionista purtroppo, ma tanto innamorata di questa disciplina).  E una Wu Shu Girl o Artista Marziale, come direbbe Luigi, il mio Maestro di Kung-fu.  Insomma di tutto un po’.  Sempre e solo per gioco però, per diletto, per passione, forse solo per sognare, nulla di più. 

8 – Se dovesse pensare ad una realizzazione cinematografica del suo romanzo, quali attori sceglierebbe?

Come tutti ho sognato anch’io di portare in scena la mia storia. Ma non ho pensato a una realizzazione cinematografica. Mi piacerebbe da morire che il mio libro diventasse una serie TV. La protagonista? Violante Placido. Il regista? Sorrentino.

9 – Perché i lettori dovrebbero leggere Le mie cose preferite?

Perché ha uno stile narrativo leggero e velatamente ironico che accompagna la lettura senza disturbare.
Perché Irene, oltre che indecisa è anche simpatica, un po’ goffa un po’ filosofa magari, ma in definitiva, con tutte le sue debolezze,  molto vicina a ciascuna di noi.

Perché è un libro che parla di vita vissuta, di emozioni e sentimenti quotidiani che ogni donna ha provato o vorrebbe sperimentare almeno una volta nella vita. 

Se poi il lettore fosse anche un amante della natura e della dimensione onirica del viaggiare, troverebbe ne “Le Mie Cose Preferite” pane per i suoi denti.


6 commenti:

  1. Ciao Antonietta! Bella recensione, come al solito, ma purtroppo questo libro non mi interessa troppo, la trama non mi ha acchiappata, non è molto il mio genere.

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    1. Ciao Virginia! Lo capisco, è un genere che deve sicuramente piacere! ;-)

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  2. Ciao Antonietta, purtroppo questa volta devo associarmi a quello che ha detto Virginia, ma, anche a costo di ripetermi: tu sei seriamente Capace oltre alla parola capace nel descrivere un libro, sei grandiosa!! <3 :****

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    1. Cara Federica, grazie di cuore, come sempre sei gentilissima! :***

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  3. Ciao Antonietta! Anche se non mi piace cucinare, i libri che trattano questo tema mi affascinano sempre. Forse perché i primi che ho letto mi hanno colpito favorevolmente e quindi ora adoro sempre il genere.
    La tua recensione mi ha incuriosito molto, ripeto quello che ha scritto Federica nel commento precedente: sei sempre perfetta nel descrivere un libro, attiri sempre la mia attenzione anche quando il genere proprio non mi piace!
    Un bacione <3<3

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    1. Ciao Maria! Se ami i libri che associano amore e cucina, questo è perfetto per te! Grazie per le tue parole, e sono felicissima di trasmettere anche quando il genere non piace. :-)))
      Un abbraccio forte! :***

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